Iniezioni intraviteali

21 Ottobre 2016

INIEZIONI INTRAVITREALI

Le iniezioni intravitreali permettono di introdurre direttamente nell’occhio un determinato farmaco attraverso la sclera (la parte bianca dell’occhio), iniettandola nel liquido gelatinoso che riempie l’occhio (corpo vitreo), il quale è a contatto con la retina: il principio attivo viene assorbito da quest’ultima.

Vengono praticate da un oculista qualificato. I farmaci attualmente approvati ed utilizzati per uso intraoculare sono gli anti-VEGF (farmaci inibitori della formazione di nuovi vasi sanguigni retinici) e i cortisonici.

Gli anti-VEGF sono utilizzati nel trattamento della degenerazione maculare legata all’età (forma umida o essudativa), nell’edema maculare diabetico e in quello causato da trombosi dei vasi retinici.
I farmaci cortisonici sono approvati ed utilizzati per il trattamento dell’edema maculare dovuto a una trombosi dei vasi retinici e per patologie infiammatorie dell’occhio

Esistono due categorie di farmaci per l’iniezione intravitreale:

  • Farmaci “on label”: Pegaptanib sodico (Macugen), Ranibizumab (Lucentis)
  • Farmaci “off label”: Bevacizumab (Avastin) Triamcinolone acetonide (Kenacort, Triacort, Triamvirgi)

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L’anestesia generalmente topica viene praticata mediante l’utilizzo di colliri anestetici

(oppure attraverso iniezione sottocongiuntivale)

L’iniezione intravitreale (viene effettuata in sala operatoria), viene fatta a 3.5/4.0 mm dal limbus per via transcongiuntivale.

Nella degenerazione maculare essudativa viene praticata un’iniezione al mese per i primi tre mesi; in seguito l’oculista controlla mensilmente la vista del paziente ed il quadro clinico somministrando altre iniezioni in caso di peggioramento della vista. Nell’edema maculare diabetico o dovuto a trombosi dei vasi retinici viene praticata un’iniezione ogni mese sino al raggiungimento di una visione che si mantenga stabile per tre mesi consecutivi.

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